Nel numero di Science del 27 settembre prende la parola Enzo Boschi, ex-direttore dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), condannato quasi un anno fa (il 22 ottobre 2012) a 6 anni di prigione per non avere adeguatamente comunicato il rischio alla popolazione de L'Aquila nell'aprile 2009.
In una corposa Lettera al direttore, Boschi precisa che nella famosa riunione della Commissione Grandi Rischi (CGR) del 31 marzo 2009, egli spiego' chiaramente, che la zona de L'Aquila era una zona ad altro rischio sismico: per chiarire la cosa, distribui' la carta della pericolosita' sismica (qui a lato), redatta dal INGV nel 2003, sotto la presidenza di Boschi. Tanto che il sindaco de l'Aquila, Cialente, rimase molto colpito dalla relazione di Boschi, al punto di chiudere alcune scuole e di raccomandare che fosse dichiarato uno stato di emergenza. Entrambe le prove, cioe' la mappa sismica e la testimonianza del sindaco Cialente, sono state ignorate dal PM Picuti.
Boschi precisa inoltre che il PM ha completamente distorto il significato della pubblicazione del 1995 dello stesso Boschi [E. Boschi, P. Gasperini, F. Mulargia, Bull. Seismol. Soc. Am. 85, 1475 (1995).], di fatto ponendo tutto il metodo scientifico sotto accusa. Quel lavoro, che descriveva le proprieta' statistiche del "clustering", diceva che le alte probabilita' previste per il territorio aquilano non erano statisticamente significative perche' basate su una sequenza di soli tre terremoti avvenuti fra il 17° e il 18° secolo -- una base statistica insufficiente per prevedere cosa sarebbe avvenuto nei secoli a venire. Al contrario, il PM ha usato questi risultati per costruire le sue argomentazioni, basate su una interpretazione superficiale e non-scientifica dei dati contenuti nella pubblicazione di Boschi (1995): questo modo di procedere costituisce un pericoloso precedente, non solo per la sismologia, ma per qualunque altra disciplina.
Infine, last but not least, compito del INGV, come di qualsiasi laboratorio scientifico nazionale, e' quello di compilare dei dati (come la mappa della pericolosita' sismica) e di comunicarla agli organi preposti, come la Protezione Civile: e' compito poi della Protezione Civile dare una corretta comunicazione del rischio e mettere in atto le dovute operazioni di protezione della popolazione.
In una corposa Lettera al direttore, Boschi precisa che nella famosa riunione della Commissione Grandi Rischi (CGR) del 31 marzo 2009, egli spiego' chiaramente, che la zona de L'Aquila era una zona ad altro rischio sismico: per chiarire la cosa, distribui' la carta della pericolosita' sismica (qui a lato), redatta dal INGV nel 2003, sotto la presidenza di Boschi. Tanto che il sindaco de l'Aquila, Cialente, rimase molto colpito dalla relazione di Boschi, al punto di chiudere alcune scuole e di raccomandare che fosse dichiarato uno stato di emergenza. Entrambe le prove, cioe' la mappa sismica e la testimonianza del sindaco Cialente, sono state ignorate dal PM Picuti.
Boschi precisa inoltre che il PM ha completamente distorto il significato della pubblicazione del 1995 dello stesso Boschi [E. Boschi, P. Gasperini, F. Mulargia, Bull. Seismol. Soc. Am. 85, 1475 (1995).], di fatto ponendo tutto il metodo scientifico sotto accusa. Quel lavoro, che descriveva le proprieta' statistiche del "clustering", diceva che le alte probabilita' previste per il territorio aquilano non erano statisticamente significative perche' basate su una sequenza di soli tre terremoti avvenuti fra il 17° e il 18° secolo -- una base statistica insufficiente per prevedere cosa sarebbe avvenuto nei secoli a venire. Al contrario, il PM ha usato questi risultati per costruire le sue argomentazioni, basate su una interpretazione superficiale e non-scientifica dei dati contenuti nella pubblicazione di Boschi (1995): questo modo di procedere costituisce un pericoloso precedente, non solo per la sismologia, ma per qualunque altra disciplina.
Infine, last but not least, compito del INGV, come di qualsiasi laboratorio scientifico nazionale, e' quello di compilare dei dati (come la mappa della pericolosita' sismica) e di comunicarla agli organi preposti, come la Protezione Civile: e' compito poi della Protezione Civile dare una corretta comunicazione del rischio e mettere in atto le dovute operazioni di protezione della popolazione.
2013_science_341_1451_lettera_enzo_boschi.pdf |