Premetto che non mi e' mai particolarmente interessata la pruderie di sinistra con cui si e' sempre scavato nella vita privata del Berlu, e le ragazze, e i festini, e Putin, e la tenda di Gheddafi. Da un uomo di stato si pretende un'azione di governo, non la vita da eremita. Il presidente del Consiglio e' il capo dell'esecutivo, non il Venerabile Beda.
La mia perplessita' nasce invece proprio nell'azione di governo.
La crisi economica in cui ci dibattiamo ha origini lontane e parzialmente "foreste", come ho detto nel mio post precedente. Se vogliamo andare alle origini filosofiche, ci sarebbe anche da ridire sul concetto di crescita continua.
Tuttavia, se crescita c'e', e' legata a innovazioni tecnologiche: in un recente editoriale, Bruce Alberts, editor-in-chief di Science, dice chiaramente che investire poco in innovazione significa diventare poveri. Il riferimento e' la recente politica di sequestration negli USA, che rischia di mettere in crisi il sistema innovazione-ricerca-produzione di quel Paese.
Per dimostrare questo, Alberts fa un paragone illuminante: la vita umana (fortunatamente) si sta allungando, e, senza una scoperta sensazionale in ambito medico, 1 persona su 5 di coloro che raggiungono 85 anni soffrira' di Alzheimer entro il 2050. Senza la ricerca che trovi una cura adeguata, si stima che nel 2050 le spese mediche per la cura dei malati di Alzheimer aumenteranno di 5 volte, per una spesa astronomica che in USA raggiungera' 1100 miliardi di dollari. Si', avete letto bene: millecento miliardi di dollari. In questo senso, una politica che risparmia il centesimo sulla ricerca per poi spendere i miliardi nella cura, e' una politica sciocca. "Penny-wise and pound-foolish", dice Alberts, che potremmo tradurre con l'italiano "chi poco spende molto spende".
Alberts cita invece come politica virtuosa quella della Germania, che, di fronte alla crisi, ha avuto la coraggiosa decisione di stringere la cinghia in termini di tasse, e di investire in innovazione e ricerca: i tedeschi stanno spendendo fior di euro in difesa del loro sistema accademico, tanto che la Germania e' diventata un attrattore di giovani talenti al pari, se non piu', degli USA.
Cosa ha fatto Ganassa nella sua azione di governo? Per vari motivi, i finanziamenti sono andati verso gli enti locali (aumento fino a 3 volte della spesa pubblica delle regioni), e contributi alle imprese. Ma le imprese in Italia sono di taglio medio-piccolo e quindi di capacità innovative modeste: una azienda piccola non puo' permettersi di dirottare 10% del fatturato in innovazione, non si puo' chiedere che una piccola azienda di sviluppare un laboratorio di nanotecnologie!
Nella pratica, l'azione di governo di Ganassa e' andata nella direzione opposta a quella che indica Alberts, cioe', riduzione della spesa pubblica in innovazione e ricerca (scuola, Universita', istituti pubblici di ricerca, ospedali).
E' ingeneroso dire che Ganassa sia stato l'artefice della crisi, come spesso la sinistra lo dipinge: tuttavia, con il suo governo, diciamo che le ha spalancato le porte.
Si spera che il governo futuro, o quello dopo, ... o quello dopo ancora, si facciano carico delle indicazioni che il pragmatismo americano e tedesco insegnano. C'e' sempre da imparare da chi e' piu' bravo di noi.