Ma cosa era successo veramente?
Quell'improvviso bagliore era la conseguenza del fatto che, a 1300 km di distanza, a Johnston Island, un remoto atollo in mezzo al Pacifico meridionale, l'esercito degli USA aveva lanciato un missile e fatto esplodere una testata nucleare a 400km di altezza, in piena ionosfera. Il nome in codice dell'operazione era Starfish Prime. Era l'inizio degli anni '60: la guerra fredda tra USA e URSS imperversava, e “facevamo tutte le possibili esplosioni di ordigni nucleari nell'atmosfera", e persino qualcuna sottomarina, afferma in una intervista Dan Winske, un fisico ora in pensione dei laboratori di Los Alamos, in New Mexico [1]. Uno dei dubbi del governo degli Stati Uniti era quello di capire se una esplosione atomica (per esempio, da parte sovietica) sarebbe stata in grado danneggiare seriamente l'infrastruttura dei satelliti, che allora stava muovendo i primi passi. Un'altro, piu' squisitamente militare, era capire se l'intensa radiazione provocata da queste esplosioni potesse difendere gli Stati Uniti dall'attacco di un eventuale missile sovietico. Insomma, erano gli antesignani dello "Scudo Spaziale", proposto decenni dopo dall'amministrazione Reagan.
Ma l'idea veniva da lontano, in un ambito totalmente diverso, e si era formata almeno dieci anni prima.
L'esempio piu' semplice di specchio magnetico e' proprio il campo magnetico terrestre, che e' meno intenso nella zona equatoriale e diventa molto intenso in prossimita' dei poli.
Christofilos, nell'intento di dimostrare che un mirror potesse confinare bene una nuvola di plasma al suo interno, propose nel 1958 un audace esperimento, chiamato ARGUS: in ARGUS, una nuvola di elettroni energetici fu depositata nel campo magnetico della Terra al di sopra dell’atmosfera, facendo esplodere una piccola bomba atomica lanciata da un missile. Lo scoppio della bomba creo' un guscio di elettroni ad alta energia (ordine del MeV, per decadimento beta dei radionuclidi) che rimasero intrappolati nel campo terrestre. Alcuni di questi elettroni potevano essere misurati decenni dopo il lancio del missile! [2]
Questi elettroni avevano una energia sufficiente a causare delle aurore boreali "artificiali", come quelle che videro nel 1962 gli abitanti delle Hawaii.
ARGUS inauguro' una serie di esperimenti consistenti nell'esplosione di ordigni nucleari in atmosfera, come abbiamo riportato piu' sopra nella testimonianza di Dan Winske. Uno di questi fu proprio Starfish Prime, il quale pero' occupa un posto speciale nella storia della scienza: James Van Allen dirigeva in quegli anni un gruppo di ricerca all'Universita' dello Iowa, e si getto' immediatamente sui dati (allora classificati) di Starfish, e di altre tre esplosioni di intensita' simile che furono effettuate dai Sovietici solo tre mesi dopo Starfish Prime [3]. Queste esplosioni alterarono quella che sarebbe stata chiamata fascia interna di Van Allen in modo drammatico. Gli elettroni con energia ordine del MeV erano almeno 100 volte piu' intensi e pericolosi per i satelliti, rispetto a quelli che naturalmente risiedono nelle fasce di Van Allen. Infatti, tra la fine del 1962 e l'inizio del 1963, almeno dodici satelliti americani furono distrutti da queste potenti radiazioni nella fasce di Van Allen prodotte dall'uomo.
Chiaramente, l'ecologia dello spazio vicino alla Terra fu alterato per anni da queste operazioni militari degli anni Sessanta: e tuttavia, furono proprio queste operazioni a permettere a Van Allen di scoprire le fasce che adesso portano il suo nome!

Un'aura di mistero, come in un film di spionaggio, avvolge la prematura scomparsa di Christofilos: mori' a soli 56 anni, apparentemente per un attacco cardiaco, ad Hayward, sobborgo di Livermore, in California, dove viveva da solo [4].
I dati e i documenti relativi all'operazione ARGUS rimasero top secret, e furono declassificati solamente nel 1982; quelli relativi all'operazione Starfish Prime addirittura nel 2006! Quando infatti il governo USA archivio' l'operazione Starfish, incarico' Palmer Dyal, il responsabile della campagna di misurazione di Starfish, di archiviare tutti i dati: e Dyal archivio' tutti i nastri magnetici coi dati di Starfish nel suo garage, dove rimasero dimenticati per quarant'anni.
Nel 2000, il governo USA chiese a Dyal se volesse recuperare tutti quei dati: e Dyal nel 2006 li mise a disposizione del pubblico. Un team di ricercatori di Livermore hanno analizzato questi dati, simulandoli al computer e rivelando le caratteristiche devastanti di questo tipo di esplosioni: questi dati sono stati presentati alla conferenza dell'American Physical Society, a Spokane, nel 2022 [1,5].
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[1] Liz Boatman, Sixty Years After, Physicists Model Electromagnetic Pulse of a Once-Secret Nuclear Test, APS News, December 2022.
[2] Richard Freeman Post, The magnetic mirror approach to fusion, Nuclear Fusion 27 (1987), no. 10, 1579–1739.
[3] Daniel N. Baker and Mikhail I. Panasyuk, Discovering Earth's radiation belts, Physics Today 70 (12), 46–51 (2017)
[4] New York Times, Nicholas C. Christofilos Dies; Head of Thermonuclear Project, Archivio storico del New York Times, 26 settembre 1972, pag.50 .
[5] Mikhail A. Belyaev et al, Topanga: A kinetic ion plasma code for large-scale ionospheric simulations on magnetohydrodynamic timescales, Physics of Plasmas 31, 012902 (2024)