Nel Capitolo 22 del suo De Natura Rerum, il Venerabile Beda affronta un tema classico, quello delle eclissi di sole e luna. Mi ha stupito che, citando peraltro Plinio, Beda dica che: Non posse vero totum solem adimi terris intercedente luna, si terra major esset quam luna. Cioe', il sole non potrebbe essere totalmente nascosto alla terra dall'interporsi della luna, se la Terra fosse piu' grande della Luna. L'errore nasce da Plinio, Naturalis Historia, libro II, cap.8, § 49, che Beda riporta quasi alla lettera: Non posset quippe totus sol adimi terris intercedente luna, si terra maior esset quam luna. |
Evidentemente Beda non era a conoscenza del fatto che le eclissi di Sole si verifichino in una sottile striscia di terra, per cui accadono in un luogo, ma non in un altro, rendendo evidente che l'ombra della Luna sia piu' piccola di quella della Terra.
Dell'errore si resero conto quasi subito i commentatori carolingi (probabilmente riconducibili all'autorita' di Abbone di Fleury), i quali giustamente, nelle glosse al De Natura Rerum, citando Tolomeo, "re della geometria", dicono che l'ombra della Luna e' la diciottesima parte di quella della Terra, e quindi la Terra e' sei volte piu' grande della Luna:
Hinc est, quod umbra lunae decima octava pars sit totius terrae, ipsa vero luna sexta terrae pars est