E' anche un bell'esempio didattico del cosiddetto effetto pinch: cioe' la compressione di una colonna di gas ionizzato, o plasma, sotto l'effetto del campo magnetico creato dal plasma stesso.
gianfuffo |
|
Qualche giorno fa c'e' stato un violento temporale a Padova: con un po' di fortuna, e un semplice cellulare*, ho registrato un video (30 frames/secondo) col quale sono riuscito a riprendere un fulmine in cielo. A occhio nudo e' impossibile registrare la dinamica dell'evento, che dura (nella fase di scarica vera a propria) appena 5 frames, cioe' 150 millisecondi. Separando pero' i singoli fotogrammi (con un programma open source, cioe' VLC) e' possibile apprezzare tutta l'evoluzione del fulmine, che parte nella sua porzione inferiore (la piu' vicina al suolo). Il colore rosato e' dovuto probabilmente ad azoto eccitato. E' anche un bell'esempio didattico del cosiddetto effetto pinch: cioe' la compressione di una colonna di gas ionizzato, o plasma, sotto l'effetto del campo magnetico creato dal plasma stesso. *il video e' stato realizzato su suggerimento e con l'assistenza di Marco Spizzo.
1 Comment
Ripropongo quest'anno una riflessione che avevo fatto nel 2014 sui re Magi e la stella di Natale. Una lettura sotto l'albero! Con la promessa di andare a vedere (finalmente dopo 22 anni che risiedo a Padova...) l'originale della cometa di Giotto nella Cappella degli Scrovegni! Questo pomeriggio, complice l'allontanamento di una forte perturbazione e la comparsa di un sole splendido che ha fatto capolino fra le nubi, è apparso un arcobaleno di nitidezza eccezionale sui cieli di Padova: completo di arco principale, arco secondario (separati dalla banda oscura di Alessandro), e pure alcuni arcobaleni da interferenza all'interno dell'arco principale, quest'ultimi molto rari da osservare.
E' un segnale fausto in prossimità del solstizio! Infatti, l'arcobaleno è apparso intorno al mezzogiorno solamente perché il sole oggi è al minimo della sua altezza sull'orizzonte: infatti. l'arcobaleno si forma solamente se il sole è più basso di 42° sull'orizzonte. Il 12 marzo del 1610 Galileo Galilei pubblica a Venezia il Sidereus Nuncius, un piccolo libretto in cui descrive le scoperte recentemente fatte con il suo telescopio a Padova: la superficie irregolare e montagnosa della Luna, alcuni ammassi stellari (il Presepe e la Nebulosa di Orione) e, soprattutto, i quattro satelliti di Giove che aveva scoperto, sempre a Padova, il 7 gennaio dello stesso anno, il 1610, e che chiama astri medicei (in onore dei Medici, signori di Firenze) gia' nella prima pagina del trattato, qui a fianco riprodotta. Di questi ultimi annota minuziosamente posizione reciproca in funzione del tempo, in quanto Giove e i suoi satelliti, come un sistema solare in miniatura, ai suoi occhi confermano la teoria eliocentrica di Copernico. A parte l'ovvia importanza storica, il Sidereus Nuncius e' il primo esempio di articolo scientifico moderno: contiene infatti una introduzione, un paragrafo sui metodi (la descrizione del cannocchiale e del perche' permette di vedere gli oggetti celesti ingranditi, piu' anche una discussione sugli errori e sui limiti dello strumento), un paragrafo sui risultati, e una breve sezione conclusiva di sommario e discussione. Come cittadino di Padova, non posso che essere orgoglioso del fatto che il primo articolo scientifico al mondo sia datato come: cioe': Scritto in Padova, 12 marzo 1610
L'efficienza del meccanismo e' parecchio elevata: fino a quattro volte l'efficienza di un "paracadute" piatto dello stesso diametro. Quello che colpisce e' l'universalita' di alcune strutture che si osservano in natura: per esempio, la stessa geometria del vortice si riscontra nelle linee di campo magnetico di alcune configurazioni di plasmi noti come Field Reversed Configuration (FRC): entrambi i vortici sono una perturbazione in un flusso verticale (aria nel caso del soffione, campo magnetico assiale nel caso FRC) con due punti di nullo, posti simmetricamente in alto e in basso, rispetto al vortice. Potete trovare l'articolo originale allegato al link qui sotto.
De aequinoctiis, quod octavo Calendarum Aprilium, et octavo Calendarum Octobrium, et de solstitiis, quod octavo Calendarum Juliarum, et octavo Calendarum Januariarum die sint notanda, multorum late el sapientium saeculi, et Christianorum sententia claret. Questo brano e' tratto dall'incipit del capitolo 30 del De Temporum Ratione del Venerabile Beda: in esso il monaco, studioso e "scienziato" medievale chiarisce che l'autorita' dei filosofi laici, e cristiani, dell'antichita' stabilisce che solstizi ed equinozi si debbano osservare 8 giorni prima delle calende di aprile, ottobre, luglio e gennaio. Cioe', 25 marzo, 24 giugno, 24 settembre e 25 dicembre. Sono le date tradizionali di equinozi e solstizi nel calendario di Giulio Cesare, poi parzialmente ricalcolati ai tempi del Concilio di Nicea, che stabili' che l'equinozio di primavera fosse osservato il 21 marzo (come facciamo noi ora nel calendario gregoriano).
Queste antiche date sopravvivono ancora in alcune feste religiose: l'Annunciazione il 25 marzo, San Giovanni Battista il 24 giugno, e, non da ultimo, il Natale il 25 dicembre. Quindi, secondo gli antichi Romani, l'equinozio d'autunno era oggi. Come dice la Pimpa, arriva l'autunno: lui, Claudio! Un attimo: a scuola ci hanno insegnato che l'autunno arriva il 23 settembre. Pero' il nostro Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, dice (Libro II, cap.124) (124) Post eos [=aquilones] rursus austri frequentes usque ad sidus Arcturi, quod exoritur XI diebus ante aequinoctium autumni. Come abbiamo gia' avuto modo di vedere, a Plinio (che non era digiuno di tradizioni marinaresche) interessa fissare l'inizio delle stagioni con il regime di venti nel Mediterraneo, piu' che con l'esatta posizione del Sole nel cielo.
In questo passo, Plinio dice che, dopo i 40 giorni di aquiloni estivi, di nuovo soffiano i venti meridionali (austro), fino al sorgere eliaco di Arturo, la brillante stella principale della costellazione di Boote, che avviene 11 giorni prima dell'equinozio d'autunno. Con Arturo inizia il coro, cioe' il vento di Nord-Ovest, che noi chiamiamo Maestrale. Con il coro inizia l'autunno. Tenendo conto che la data dell'equinozio, stabilita da Giulio Cesare, era il 24 settembre (vedi per es., Beda cap.30 del De Temporum Ratione), e tenendo conto della numerazione inclusiva dei Romani, la data stabilita da Plinio risulta essere il 14 settembre, cioe' oggi. La correttezza dell'affermazione di Plinio e' quasi chirurgica: con una simulazione del cielo (fatta con Stellarium) per il 14 settembre del 50 d.C. si ottiene che al tempo di Plinio effettivamente Arturo sorgeva insieme al sole. Attualmente, per la precessione degli equinozi, la levata eliaca di Arturo avviene quasi un mese dopo, intorno al 13-14 ottobre. Come l'araba Fenice, l'esperimento RFX sta risorgendo: dopo RFX (attivita' iniziata nel 1992), e RFX-mod (2004), sono entrate nel vivo le seconde modifiche di RFX, che daranno il terzo nome RFX-mod2.
RFX e' un esperimento per la fusione termonucleare controllata a confinamento magnetico situato nell'area del CNR di Padova, nella zona industriale padovana. E' operativo dal 1992 appunto (quasi trent'anni fa), mentre le ricerche sui gas ionizzati, nel quadro generale della ricerca sull'utilizzo della fusione nucleare per produrre energia, iniziarono a Padova nel 1959, sostanzialmente in sincronia con l'inizio di ricerche simili in USA, URSS e Regno Unito. Cosa ci si propone con queste seconde modifiche di RFX? Lo scopo e' sostanzialmente la riduzione delle instabilita' magnetiche che si formano dentro un gas ionizzato, e che in generale sono dannose, sia per la stabilita' del reattore, sia per i meccanismi di trasporto (diffusione e convezione) che generano dentro il gas. Per fare questo, occorre una definizione ingegneristica raffinatissima dei conduttori (a forma di toro) che circondano il gas: per l'appunto, la seconda modifica riguarda quella che in gergo viene chiamata "prima parete" (first wall). Nella figura in alto, questa struttura, coscienziosamente sorvegliata da due ricercatori di RFX, viene caricata su un autotreno per venire trasferita a Schio, presso la Ettore Zanon S.p.A., dove verranno eseguite le modifiche progettate dagli ingegneri e fisici del CNR di Padova. Venerdi' 27 luglio, alla sera, il cielo ci ha regalato uno spettacolo stupendo, visibile proprio dal balcone di casa: una eclisse di luna in piena estate, con la Luna vicinissima a Marte (come nella foto che ho scattato con la mia reflex).
Da notare che, siccome la Luna all'eclisse si trova esattamente sull'eclittica, si può stimare di quanto Marte si discosti da una traiettoria ideale sul piano dell'eclittica, fatto che è alla base della rivoluzione di Keplero, come abbiamo già avuto modo di vedere. Il 21 marzo il Sole entra nel segno dell'Ariete, e da' inizio alla primavera astronomica (equinozio di primavera): molti calendari antichi cominciano a marzo, e tuttora il calendario persiano ha il suo capodanno il 21 marzo. Nella teologia medievale, il 21 marzo era anche la data della creazione del mondo, come ci ricorda Dante nel primo canto dell'Inferno: e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle Effettivamente, secondo la teologia medievale (vedi per esempio Beda, De Temporum Ratione, cap.6), il mondo fu creato il 21 marzo, di domenica (giorno della Resurrezione, e quindi della nuova creazione), mentre il 22 marzo doveva essere luna nuova, in quanto la luna era stata appena creata, e quindi "nuova".E' talmente vero che, quando Dionigi il Piccolo, all'inizio del VI secolo, si trovo' a dovere elaborare le tavole di Pasqua per gli anni 520-535, scopri' che, nel calendario giuliano allora vigente, le date di Pasqua si riproponevano in modo periodico ogni 532 anni (vedi Beda, DTR cap.47**). Dionigi volle pero' fare qualcosa di piu', e cambiare pure il modo di numerare gli anni. Allora era vigente l'Annus Mundi (AM), variamente basato sulla tradizione ebraica, mediata al cristianesimo tramite i commenti di san Girolamo e sant'Eusebio di Cesarea. Dionigi voleva proporre un modo di conteggio piu' "moderno" e "cristiano", e volle che il suo anno zero (anzi, -1, perche' lo zero non era ancora arrivato in Occidente...) fosse effettivamente un anno in cui il 21 marzo fosse una domenica, e il 22 una luna nuova. Guardando gli anni della sua epoca, vide effettivamente che (quello che sarebbe diventato) il 532 soddisfaceva queste condizioni: andando a ritroso, con la periodicita' di 532 anni, vide che l'anno con le stesse caratteristiche (21 marzo domenica e il 22 luna nuova) piu' vicino alla nascita di Cristo era proprio l'anno 1 a.C. Sbagliano quindi coloro che dicono che Dionigi avesse "sbagliato a calcolare" la data di nascita di Gesu': il suo intento non era quello di calcolare la nascita di Gesu', o almeno, non solo quello: il suo anno -1 (anno zero) doveva essere l'anno della "nuova creazione", con il 21 marzo domenica e il 22 luna nuova. L'intento di Dionigi era quindi teologico, e non storico. **In realta' Beda, nel cap.47, dice testualmente: Quia ergo secundo anno circuli quem primum Dionysius scripsit, quingentesimus tricesimus tertius ab Incarnatione Domini completus est annus, ipse est nimirum juxta concursus siderum ille in quo incarnari dignatus est, quia hic secundus annus decennovenalis octavus decimus est cycli lunaris, XI habens epactas, V concurrentes septimanae dies, lunam paschae decimam quartam VIII Calendas Apriles. che significa, "siccome il 533° anno dall'Incarnazione del Signore e' il secondo anno del ciclo [delle date della Pasqua, n.d.T.] che Dionigi per primo scrisse, lo stesso, per quanto concerne le rivoluzioni delle stelle, e' senza dubbio quello in cui Egli si degno' di incarnarsi, poiche' questo secondo anno del ciclo di 19 anni e' il 18° del ciclo lunare, con epatta 11, concorrente 5 e la quattordicesima luna pasquale il giorno 8° prima delle calende di Aprile [25 marzo]".
Beda in questo capitolo sottolinea quindi che il secondo anno del ciclo di Dionigi il Piccolo, che sarebbe quello per l'anno 533 d.C., si ripete la stessa configurazione lunare dell'anno 1 d.C., con la luna piena (14 di Nisan) il 25 marzo. Siccome il capitolo 47 e' tutto dedicato alla simbologia teologica della Luna pasquale, a Beda preme fare vedere che nel secondo anno di Dionigi la Luna piena pasquale coincide con il 25 marzo (tradizionale data dell'equinozio secondo i Romani) e con la nascita di Gesu' Cristo. In questo modo, a Beda forse sfugge che l'anno zero fissato da Dionigi, corrispondente quindi al 532 d.C., e quello della vera Incarnazione (cioe' il concepimento di Gesu'), l'epatta era zero, e il concorrente 4: tradotto dal gergo computistico, che il 21 marzo (equinozio e data della creazione del mondo) era una domenica, e il 22 era una luna nuova. |
AuthorCiao a tutti! Archives
January 2024
Categories
All
|
Last modified 01/18/2024