Nel capitolo 47, Libro II della sua Naturalis Historia, che ho citato diverse volte, Plinio discute dei regimi dei venti nel Mediterraneo, fissando l'inizio dell'inverno e l'inizio dell'estate. Nello stesso capitolo, §123-124, Plinio descrive l'inizio della grande calura estiva, usando un termine che poi entrera' nell'italiano comune: |
[123] Ardentissimo autem aestatis tempore exoritur caniculae sidus sole primam partem Leonis ingrediente, qui dies XV ante Augustas kalendas est.
[124] Huius exortum diebus VIII ferme aquilonum antecedunt, quos prodromos appellant
La stella della Canicola altro non e' che Sirio, la brillante stella α Canis Maioris, che anche Claudio Tolomeo chiama "cane" nel suo Almagesto (libro VIII, § H144):
La stella nella bocca [del Cane Maggiore], la piu' luminosa [del cielo], che e' chiamata Cane (κύον) ed e' rossastra
Per quanto ci interessa qui, notiamo che, come negli altri passi del capitolo 47, Plinio connetta la levata eliaca di una stella al comparire di un vento e/o a un cambiamento di tempo atmosferico (il capitolo infatti e' dedicato ai venti e ai loro regimi annuali). Aquilone e' l'antico nome del vento di nord-est (alba solstiziale d'estate, dice in modo molto preciso Plinio), quello che i greci chiamano Borea (... e che triestini e veneziani chiamano bora).
Da questo passo di Plinio traggono origine due termini popolari che usiamo in questa stagione: la Canicola, e il solleone, cioe' sol-leone, il Sole in Leone.
A causa della precessione degli equinozi, tuttavia, questi due "segnaposto" astronomici ai nostri tempi non indicano piu' l'inizio della calura estiva, come avveniva ai tempi di Plinio: oggi il Sole entra in Leone a meta' agosto, e la levata eliaca di Sirio si osserva piu' o meno nello stesso periodo.