
Alcuni (fra cui Saviano)[1] dicono che e’ calcolo politico, il movimento vuole agglomerare i razzisti e non piu’ il “popolo” delle partite IVA. Calderoli e' una persona molto intelligente, e un politico navigato. Ma la Lega e’ allo sbando: le elezioni regionali in Veneto (del 2013) sono state una Apocalisse per la lega: dal 4% a un massimo di 8% in zone in cui erano abituati a maggioranze assolute, perdono Vicenza e Treviso. Nel movimento leghista, tutti stanno litigando con tutti: Maroni con Bossi, Zaia con Calderoli e Calderoli con Tosi, e in un momento di difficolta’ la gente tende a mostrare quello che veramente e’, la sua vera faccia.
In pratica, secondo me, Calderoli getta la maschera di “intellettuale” della lega, per rivelare quello che sente, una sorda rabbia che gli cova nel profondo: il mio compagno di ufficio dice, invidia, gelosia e illusione sono il motore dei mali del mondo. E dietro un presunto calcolo politico, e la sua immagine da bonaccione, c'e' l'invidia: una donna, e pure nera, e' ministro, lui deve accontentarsi di una carica prestigiosa, ma assolutamente di contorno. Calderoli e' uno di quelli che i neri li accetta, ma come lavavetri, a lavorare nei campi di pomodoro. Un nero ministro?? Ma quando mai. E come lui ragionano tanti lombardi, i signor Brambilla che si credevano grandi padroni, i mitici cumenda che comparivano nei filmetti anni ’80-'90, come “Panarea”, e che adesso devono subire le tasse che ci comandano i tedeschi, la concorrenza spietata di indiani e cinesi, magari fallire con la loro fabbrichetta comprata dal signor Singh o dal signor Chan, forse anche a scuola loro figlio viene ridicolizzato dai voti stellari del figlio del signor Chan, e adesso si trovano come ministro una donna di origini congolesi che parla come l'Accademia della Crusca. Eh no perbacco, quella nera li' assomiglia a un orango, come fa a fare il ministro?
Tuttavia, e' improbabile che il futuro sia di Calderoli, per un semplice fatto anagrafico: lo vedo dagli amichetti di Totonse, che a 3 anni gioca con una compagnia che mi ricorda Arlecchino, 3 italiani, un figlio di bosniaci, 2 piccoli marocchini. Il futuro non e' di Calderoli (per fortuna!). C’e’ infatti del vecchio nell’Italia: vecchie idee, vecchi politici, giovani vecchi che al parco preferiscono portare il cane, invece di farsi una famiglia. Occorre un innesto nuovo in questo albero vecchio, e nella mia esperienza di responsabile delle visite guidate al CNR-IGI, ho visto che i piu’ interessati erano i figli dei signor Singh e dei signor Chan.
In questo momento convulso, fa tuttavia specie sentire le giustificazioni, volte a chiosare, commentare o diluire l'affermazione di Calderoli, anche da personaggi di cultura, come Sartori sul Corriere [2], dimostrando che, forse triggerato da un momento di crisi economica, si sta formando un fronte razzista trasversale. Un razzismo che non e' ne' di destra, ne' di sinistra, coinvolge Lega, PdL e persino i 5 stelle, che si nutre appunto di motivazioni appiciccaticce, ora una politica di immigrazione piu' o meno restrittiva, ora lo ius soli. Sono, appunto come dice Procopio, tutto un adattare la ragione alla propria volonta’: dare sfogo a un sentimento un po’ inconfessabile di razzismo.
Il razzismo non e' un sentimento nobile: nasce al livello piu' o meno della cintura, e come le pudenda, va coperto con qualche foglia di fico. Quando Calderoli parla di oranghi, non sta disquisendo della "Politica" di Aristotele, sta dando la stura a una emotivita' istintiva e inconfessabile. Un po’ come quando un diabetico si affoga dentro un gelato alla panna non per discutere di filosofia neoplatonica, ma semplicemente perche' glielo ordina il suo stomaco. E' vero che da un politico si pretenderebbe un controllo maggiore dei propri istinti, anche nei momenti di crisi del proprio partito.
Anche perche' l'Italia in questo momento, diciamocelo tutto, non e' che brilli di luce propria, in campo economico, culturale, politico: rimaniamo il Bel Paese, buona cucina, gente bella e simpatica, ma rischiamo che qui finisca la nostra performance. Vogliamo rimanere un Paese sul cutting edge ? Beh, cominciamo a rispettare le persone e a non paragonarle agli oranghi.
[1] Articolo su L’Espresso, http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ora-si-che-la-lega-e-pericolosa/2211503
[2] L'Italia non è una nazione meticcia Ecco perché lo ius soli non funziona http://bit.ly/1bJyzAp