All'alba del 29 maggio 1453 le truppe dei giannizzeri al comando del sultano turco Maometto II penetrarono attraverso la Porta di San Romano nella città di Costantinopoli: è la fine dell'Impero Romano d'Oriente (seppure ridotto a un moncherino di territorio intorno alla capitale), quasi mille anni dopo la caduta della parte occidentale dell'Impero. Le possenti mura di cinta della città, risalenti all'imperatore Teodosio II (V secolo), e che durante l'VIII secolo avevano resistito a ben tre assedi |
Da molti storici questa data è considerata come il vero inizio dell'età moderna: il riavvicinamento tra Oriente e Occidente in vista di un aiuto, che parzialmente ci fu (pensiamo agli atti eroici del comandante genovese Giovanni Giustiniani Longo) determinò la visita di dotti bizantini in Italia, come il cardinale Bessarione, che portarono a Firenze e Roma preziosi codici bizantini (come l'antichissimo manoscritto della Bibbia scritto in onciale greco maiuscolo, il cosiddetto Codex Vaticanus, che fu proprietà di Bessarione), contribuendo quindi allo studio della lingua greca classica (praticamente dimenticata in Occidente durante tutto il Medioevo) e alla nascita dell'umanesimo.
Innumerevoli sono le leggende nate intorno all'assedio di Costantinopoli: la più famosa vede protagonista il basileus Costantino XI Paleològo: morì combattendo proprio presso porta San Romano, ma il suo corpo non fu mai ritrovato, alimentando la leggenda che non fosse morto, ma che sarebbe ritornato un giorno a |
Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d’Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l’Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini.
La cronaca più fedele di questi eroici accadimenti sono le Memorie (Cronaca) di Giorgio Sfranze, logoteta e generale bizantino, che combattè a fianco dell'imperatore durante l'assedio.