Verso quel tempo la moglie di Belisario, Antonina, si recò a Bisanzio a pregar l'imperatrice perché un maggiore esercito si apprestasse per questa guerra; ma l'imperatrice Teodora, caduta malata, era già morta.
Nell'impietoso libello Carte segrete (ανεκδοτα in greco) Procopio si prodiga in una critica feroce di Teodora, e aggiunge dettagli agli ultimi momenti di vita, mostrandocela impegnata a ordire, seppure divorata dal cancro, il suo ultimo intrigo: le nozze di Giovanna, unica figlia ed erede delle enormi ricchezze del generale Belisario, con il suo nipote Anastasio, matrimonio che, morta l'imperatrice, poi non venne celebrato a causa dell'opposizione di un'altra terribile donna, Antonina moglie di Belisario.
Certo fu un esempio di donna che ascese ai vertici del potere partendo dal basso (anzi, bassissimo... era una prostituta): l'astio di Procopio, nobile di nascita, potrebbe scaturire proprio da questo, l'essere stato "sorpassato" da una persona di condizioni infime, e per di più donna.