1) La “Barcaccia” è un capolavoro unico al mondo del barocco romano, lo stile che, inventato da Bernini e Borromini, dilagò in Europa, fungendo da modello per tanti palazzi e regge, anche olandesi. Vedere un petardo scoppiarci dentro mi ricorda l’episodio dei Buddha di Bamiyan, ho avuto la stessa associazione d’immagini che ha riportato Sgarbi in un’intervista. Stento a comprendere la reazione flemmatica delle autorità olandesi, come fosse un problema di sicurezza pubblica solo italiano. Questa flemmaticità di fronte a un fatto così eclatante ricorda il rigor mortis (...o una bella canna...). O forse lo stesso atto è cattivo se perpetrato da Pakistani estremisti, accettabile se fatto da teppisti Olandesi?
2) Pur apprezzando la gara di privati italiani e olandesi per riparare i danni, purtroppo i danni non sono riparabili. Il travertino va in polvere se colpito, non è marmo. Centodieci scalfitture, alcune grandi come un pugno, resteranno a perenne monito, hic fuerunt Vandali.
3) Ho viaggiato per lavoro, e viaggio ancora molto in Nord Europa. Ho visto persone miti, con tanto di laurea e dottorato in fisica, ubriacarsi al punto da vomitare in strada il sabato sera. Non stento a credere che dei semplici impiegati o studenti o piccoli imprenditori possano prendere l’aereo a Schiphol con le loro sciarpette inamidate e si trasformino poi con i fumi dell’alcool in pazzi furiosi scatenati. Negare che questo sia un problema sociale enorme, fa parte del ben noto “understatement” nordico.
4) Nei ranking internazionali, il sistema educativo (scuola e Università) olandese si piazza sempre molto bene. I figli di questo sistema educativo li abbiamo visti la scorsa settimana. I figli del sistema educativo italiano, anzi le figlie migliori, si chiamano Fabiola Giannotti e Samantha Cristoforetti. C’è qualcosa che non mi convince (e non solo me...) nel sistema dei “ranking”: spesso frutto di criteri abbastanza arbitrari, forniscono un numero che dovrebbe catturare la sostanza della realtà, ma questi numeri sono affetti da grossolani errori. Nella mania del mondo moderno per il dato numerico, bisognerebbe ricordare che il dato numerico va spesso interpretato correttamente. Forse guardando la realtà dei fatti, prima dei numeri.