E uno che fa a letto? Alla fine si mette a leggere, a pensare. Prendo dallo scaffale il cofanetto che mi ha regalato il mio amico Marco, assieme a Matteo e Fulvio, per il mio matrimonio, che contiene la trilogia della Oriana Fallaci: La Rabbia e l'Orgoglio, la Forza della Ragione, e l' Intervista a sé stessa-L'Apocalisse.
Va da sé che gli ultimi libri della Fallaci non hanno la grazia ferma dei suoi romanzi degli anni '90. Gli ultimi libri sono appunto come l'Apocalisse: visionarî, durissimi, spietati. Quando un'artista (perché per me la Oriana era un'artista, prima che una storica, una giornalista e una politica) ha di fronte la morte, non sta a fare salamelecchi: non lo fece Mozart, che si incupì nella forza Sturm-und-Drang del Requiem, non lo fece Bach, che scrisse Die Kunst der Fuge non certo per le orecchie levigate e insulse dei suoi contemporanei, non lo fece Galileo, che se ne fregò dell'età e degli acciacchi e scrisse quel che scrisse nel Dialogo del Massimi Sistemi, mandando in bestia i Padre Mostro della sua epoca.
La Fallaci dispensa l'esperienza di una vita a contatto con l'Islam: dal Libano all'Afghanistan, dall'intervista con Khomeini a quella con Arafat, dalla suggestione (sarà vero? Sarà no?) dell'incontro con Bin Laden in un albergo di Beirut nel 1982, alla sua esperienza delle Due Torri il fatidico 9/11/2001. Ci vuole convincere che c'è in atto una gigantesca offensiva contro l'Occidente da parte di un Oriente islamico. Offensiva che l'Europa, che lei chiama Eurabia utilizzando il titolo di un romanzo della scrittrice/storica Bat Ye'or ("figlia del Nilo", pseudonimo di Gisèle Littman), stenta a capire, a realizzare, a contrastare, anche condizionata da una politica favorevole verso i Paesi produttori di petrolio dell'OPEC (le famose aperture filo-mediorentali di andreottiana memoria).
Si può o meno essere d'accordo con la visione "eurabiana" della Fallaci: fra i "meno" ci sono gli intellettuali di sinistra (o sedicenti di sinistra) che ebbero persino il cattivo gusto di scherzare sulla malattia che alla fine la uccise il 15 settembre 2006 . Fra i più ci sono ovviamente il centrodestra italiano, che non so però se sia in grado di capire il livello quasi filosofico dei suoi scritti.
Quanto a me... Prima di giudicare le interpretazioni "dell'Oriana" come si dice a Firenze, non si può ignorare la massa di esperienza che questa donna ha accumulato negli anni. Le cose che dice di Khomeini, non sono inventate; quelle di Bin Laden, ahimé, le abbiamo avute davanti ai nostri occhi tutti quanti. Il servilismo europeo è evidente, basta guardare la cartina dell'Europa col Nord in giù, che mi assomiglia a una anziana signora con le gonne per aria, che compare nientepopodimeno che su un rapporto ufficiale della Commissione Europea.
Siamo o no in presenza di una novella guerra di religione? Se siamo ottimisti, no. Ma se siamo un po' pessimisti, non possiamo pensare che la cultura europea/americana, diciamo "occidentale" (anche se a me questo termine non piace, mi sa troppo di clash of civilizations), sia onnipotente. Che possa magicamente convertire masse sterminate di gente ignorante che in Medioriente vivono in alcuni Paesi con la teocrazia più oscurantista e bigotta che il mondo abbia conosciuto dall'Alto Medioevo a questa parte. Roba che i Padri Mostro di Galileo sono dei Voltaire al confronto.
In questo Oriana scuote le coscienze e gli intelletti. In modo brusco, con la consapevolezza acida e cupa di chi si vede la fine davanti. Ma non ha nulla da perdere. E quindi la verità la vede senza veli.
Giobbe, nell'omonimo libro, posto di fronte alla morte, dice a Dio (Giobbe:42,5):
Io ti conoscevo per sentito dire,
ma ora i miei occhi ti vedono.
Il che significa, chi ha di fronte la morte, vede la verità senza veli. Ha il dono della preveggenza. Mai ignorare le parole di un morente. Sono la Verità senza veli. Sono parola di Dio.