Il governo Renzi (per carita', vedremo sul lungo periodo) fa la sua entrée con un provvedimento che da piu' parti e' considerato una schifezza: il trasferimento di 570 milioni di euro dal conto del commissario straordinario Gianni Varazzani (quasi omonimo dell'esploratore italiano a cui e' dedicato il maestoso ponte all'imbocco della baia di New York...), al conto del Campidoglio. Tradotto, coprire il buco del comune di Roma.
Insorge ovviamente la Lega, questa volta comprensibilmente, in quanto molti comuni del Nord, in attivo coi bilanci, sono impossibilitati a usare i fondi per il critero del patto di stabilita'. Insorge in particolare il Veneto, dove il rapporto medio entrate/uscite dei comuni verso il fisco centrale (a parte Venezia) e' di 1/5. In pratica, danno 5 allo Stato, ne ricevono 1. Ma insorgono anche opinionisti ed economisti "soft" come Oscar Giannino, che in un'intervista dice senza mezzi termini che ne pensa tutto il male possibile. Aggiunge poi:
Non posso comprendere il ricorso al meccanismo di passare 600 milioni di euro al Campidoglio dalla gestione del commissario straordinario Gianni Varazzani, ora che è arrivato Ignazio Marino, sindaco di colore diverso che fa emergere deficit aggiuntivo rispetto a quello contabilizzato dalla giunta Alemanno. È un criterio discrezionale, che non fa arrivare un messaggio univoco ai sindaci con forti tensioni di bilancio. L’idea che trasmette è che chi gode di appoggi politici rilevanti potrà contare su escamotage di contabilità pubblica nazionale, come per esempio su gestioni commissariali parallele, mentre chi è privo di appoggi finisce in default. Lo ritengo un fatto inaccettabile e che contrasta con qualsiasi legge.
Undicimila dipendenti: neanche dovessero gestire i trasporti di tutta la Cina!
Oppure, se vogliamo confrontarlo con il titanico protoreattore a fusione nucleare ITER, in costruzione a Cadarache, in Provenza, e' il 4% del costo totale di ITER. Sembra poco, ma tenete conto che nei 13 miliardi di euro sono compresi progettazione, costruzione e vent'anni di operazione, in una joint venture che comprende piu' di mezzo mondo, USA, EU, Russia, Cina, India, Sud Corea e Giappone.
Cosa fa il comune di Roma con 4% di ITER? Semplicemente copre gli interessi del suo debito totale, che si aggira intorno a 12 miliardi di euro.
IL DEBITO DEL COMUNE DI ROMA E' PARI AL COSTO DEL PRIMO PROTOREATTORE A FUSIONE!
Con questo mi viene il mal di testa, e chiudo...